Passi stanchi di catene
rimbombano,
e vocii sgolati da scatole parlanti:
paesaggi umani
desolanti!
Il denaro che nobilita tutto:
le frasche, lo sterco
ed anche gli insetti.
Commerci di carni
di uomini interi, piccoli e grandi,
oppure a pezzetti.
Locuste giganti ornate di scienza
alimentano il nero,
il nulla che avanza
e che ci avvolge
in un freddo incolore
che sa di muffa, di pane raffermo,
di un vuoto profondo
che si dilata e poi si assottiglia
spegnendo ogni fiamma.
Il muro di gomma
cambia il colore
e pure la forma
ma senza intermezzi
diviene più spesso.
Adesso
è un groviglio, un intruglio,
infimo travaglio
di popoli inerti, forse già morti
(a volte conviene),
ormai assuefatti e come soggetti
ad un buio che abbaglia.
Anime cupe, impuniti,
arroganti
i padroni del mondo,
in fondo,
persone perbene.
Intanto,
sempre più forti
rimbombano i cori
di passi stanchi
di catene.
Poesia di Alfio Santocono
Immagini di Monica Calà